Settore SARTORIA

Quando la stoffa è una sfida, non solo un mestiere.

Il settore sartoria di Gufo Rosso non nasce per caso. Nasce da una crisi, da un’urgenza, da una sfida. Non c’era un piano, solo una storia di famiglia: una sartoria ereditata da chi non era nato sarto, ma lo è diventato per necessità. Perché il mondo cambia, e chi vuole restare deve imparare a trasformarsi. È da queste premesse che è nato il laboratorio sartoriale di Gufo Rosso: fatto di determinazione, geometrie, mani che sbagliavano cento volte e occhi che rubavano il mestiere in silenzio, osservando altri laboratori. Gufo Rosso non ha imparato solo dai manuali, ma soprattutto dai tentativi, dagli errori, dalle intuizioni improvvise. E da quelle forme invisibili che si nascondono nei tessuti… portando in questo mondo anche esperienze provenienti da altri settori. Oggi, tutto questo ha dato vita a una sartoria non convenzionale: ibrida, sperimentale, in continua evoluzione.

E chissà, forse se la nonna di Gufo Rosso – che era una vera sarta – vedesse i risultati di oggi, si metterebbe le mani nei capelli. Troppa fantascienza, direbbe. Ma magari… sorriderebbe sotto i baffi.

SARTORIA PER BRAND

Dove il design incontra il mestiere, e ogni dettaglio prende forma su misura. Affianchiamo marchi, designer e realtà creative nella realizzazione di capi e accessori unici. Possiamo partire da un bozzetto fornito dal cliente o intervenire su capi esistenti, adattandoli alle esigenze del progetto. Ogni intervento è pensato per trasformare un’idea in materia viva, dando forma a soluzioni innovative, senza mai perdere la solidità e l’eleganza della tradizione sartoriale. Qui, ago e filo parlano il linguaggio del design – ma con accento artigiano.

SARTORIA PER LO SPETTACOLO

Lo spettacolo è sempre una sfida. Richieste impossibili, dettagli invisibili, soluzioni da inventare. Più alto, più basso, più elegante… o semplicemente: più magico. Creiamo abiti e accessori scenici pensati per trasformarsi, stupire, scomparire o… nascondere qualcosa (ma questo non possiamo dirvelo). Ogni cucitura è una possibilità. Ogni punto, una piccola illusione.

sartoria DI PROTOTIPAZIONE

Il settore dove la geometria comanda e la stoffa diventa struttura. Qui si lavora con la spazialità degli oggetti: un sedile, un divano di design, una forma che all’apparenza non ha nulla a che fare con la sartoria… e invece sì. Modelliamo volumi complessi, prototipi tecnici, superfici non convenzionali. Ogni intervento è un dialogo tra materiale e forma, dove ogni punto ha un’intenzione precisa -— anche quando sembra casuale.

SARTORIA PROGETTI AI

Quando l’intuizione incontra l’algoritmo, nasce una sartoria aumentata. Lavoriamo su forme e volumi generati (anche) da intelligenze artificiali, traducendo pixel e dati in prototipi reali. Oggetti inediti, progetti sperimentali, strutture che sfidano la logica del tessuto. Qui, la stoffa interpreta ciò che le macchine suggeriscono… e lo fa con ago, filo e una buona dose di coraggio.

sartoria

Il cuore pulsante del nostro lavoro, dove l’ago è ancora guidato dall’esperienza. Utilizziamo macchinari di diverse marche, scelti uno a uno per le loro caratteristiche uniche.

Ma è la sartoria manuale a custodire l’anima artigianale di ogni progetto: ogni punto nasce da un gesto, dalla pratica, dalla cura. Perché prima ancora delle macchine, ci sono le mani. E nelle mani… c’è la memoria del mestiere.

SARTORIA BERNINA

Nel nostro reparto Bernina convivono diverse macchine, ognuna dedicata a lavorazioni di alta precisione: rifiniture eleganti, punti decorativi, cuciture artistiche. È il cuore poetico della sartoria, dove tecnica e sensibilità si incontrano. Ogni dettaglio viene esaltato con attenzione e grazia, in un dialogo silenzioso tra ago e stoffa.

SARTORIA JUKI

Il reparto Juki è il cuore produttivo della sartoria. Macchine industriali che lavorano senza sosta per garantire velocità, solidità e precisione. Perfette per cuciture strutturate, capi tecnici e piccole serie, le Juki uniscono forza meccanica e affidabilità, diventando indispensabili nei flussi di lavoro più intensivi.

SARTORIA JANOME

Nel reparto Janome si sperimenta, si sbaglia, si inventa. Le nostre macchine, versatili e affidabili, ci accompagnano nella prototipazione, nei test sui materiali e nella creazione di accessori non convenzionali. È la sartoria che esplora, adatta, crea. Un terreno di prova dove le idee trovano la loro prima cucitura.

SARTORIA weller

Weller non è una macchina da cucire, ma un saldatore di precisione.

Eppure, nel nostro laboratorio, è fondamentale per i progetti speciali legati all’AI.


Con il suo aiuto realizziamo connessioni, integriamo sensori e costruiamo abiti o oggetti interattivi.

Qui, la tecnologia si cuce… anche con lo stagno.

Le Statistiche di una Sartoria non convenzionale

A voi che piacciono le statistiche, i numeri e i meme

Sogni di provare una taglia e cuci? Continua pure a sognare: le nostre non si toccano, siamo gelossissimi ahahahah!

TASCHE magiche
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per un unico smoking. Non chiedeteci a cosa servivano

CUCITURA lineare
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la più lunga in un’unica soluzione. Mai più, per favore.

TULLE arricciatto
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e parliamo di gonne. Su un carro di carnevale.

SPILLI persi
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sinceramente abbiamo perso il conto. Come per i gessi disintegrati.

PON PON per cappelli
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solo nel 2019. Naturalmente tutti fatti a mano.

Partners/Suppliers

Lavorare con il “Gufo” non è da tutti, occorre essere “ribelli”

La “saga” dei MARTINI

Ho sempre visto il signor Martini aggirarsi nel laboratorio della mia famiglia. Arrivava, riparava le macchine da cucire, scambiava qualche parola con mio padre… e poi se ne andava. Ero troppo piccolo perché suscitasse il mio interesse. E, a dire il vero, credo fosse reciproco. Per anni ha continuato ad andare e venire, discutendo con mio padre su quei quattro “carciofi” di macchine e su come mia madre avrebbe dovuto cucire o regolare le tensioni. Nel frattempo, io passavo le giornate a infilare fili nella taglia e cuci e ad aprire sportelli pieni di pelucchi misteriosi.

Poi, quando mio padre è mancato, ho dovuto prendere il suo posto. E mi sono ritrovato a parlare con il misterioso signor Martini. Da allora, è sempre stato un piacere. Ricordo giornate intere passate a chiacchierare con lui delle sue idee tecnologiche, tra teorie meccaniche e intuizioni degne di uno scienziato sartoriale. Perché sì, secondo me, chi ripara macchine da cucire dev’essere, almeno un po’, pazzo. Preciso, maniacale… e meravigliosamente disturbato da tutti quei meccanismi che si muovono all’unisono.

La frase più bella che mi abbia mai detto? Guardando la mia macchina da cucire, ha sorriso e ha detto: “Beh, si vede che questa macchina è usata da un uomo… non da una donna!” Ahahah!
Poi ricorderò sempre il giorno in cui gli dissi, con orgoglio, che avevo inventato un sistema nuovo per gestire la spoletta per una macchina da cucire. Mi guardò serio per un attimo… e poi disse: “Continua a fare il tuo mestiere.” Ahahah, giusto così.

Oggi il signor Martini non fa più manutenzione alle mie macchine: ora se ne occupa Roberto, suo figlio. E posso dirlo sinceramente: i Martini sono una famiglia affascinante. In più di un’occasione, se non ci fossero stati loro… qui sarebbe stato il delirio.